mercoledì 9 marzo 2011

Vita da Cani: il Prequel

Visto che oggi ho un sacco di cose da fare mi sembra una buona occasione per iniziare a raccontarvi un 3/4 di cazzi miei (e per darvi un'idea della situazione lavorativa che esiste in Italia).

A settembre/ottobre dello scorso anno, abbandonata completamente la vita universitaria per una serie di motivi che non sto a raccontarvi (sono solo 3/4 di cazzi miei che vi racconto dopotutto), mi butto nella spasmodica ricerca di un lavoro fisso, dato che quello saltuario che facevo prima non mi faceva più arrivare a fine mese.

Invio i curriculum a varie aziende di informatica, rinuncio a malincuore ad un'offerta di lavoro all'estero (sempre per motivi che non vi sto a raccontare, diciamo che la scusa ufficiale è stata "non ci cavo un soldo",  sebbene la rinuncia avesse radici MOLTO più profonde e meno veniali), mi iscrivo ai vari siti di annunci, inizio una serie di colloqui di lavoro.

Arrivo a fine ottobre con vari "le faremo sapere", "la terremo in considerazione per future ricerche", "il suo profilo ci ha molto colpito, ma abbiamo trovato il cugino del fratello della cognata del direttore che possiamo prendere come stagista e quindi pagarlo una miseria", ecc.

Poi arriva la svolta: vengo chiamato da una società di servizi informatici che cerca gente per fornire supporto tecnico negli ospedali e negli studi medici. Avendo già lavoro nell'ambiente sanità parto avvantaggiato. Colloquio tranquillo, faccio buona figura, faccio divertire la persona con aneddoti sull'assistenza informatica nelle strutture ospedaliere, ormai è quasi fatta.

Ma c'è un piccolo problema. L'attività richiede frequenti spostamenti sulla provincia e l'azienda "è a corto di macchine aziendali quindi dovresti usare la tua". Io gli faccio "ah ah ah" lui mi fa "oh oh oh" e pare che finisca lì.
Però mi chiede se eventualmente mi andrebbe bene anche un'attività part-time su un altro servizio che forniscono "Fino a fine anno e poi vediamo".
Gli rispondo nessun problema.

La descrizione - un po' contorta dell'attività - che mi propone è più o meno questa: "attività di supporto remoto, per una multinazionale con clienti in tutta Italia, su problematiche di networking".
Mi sembra una buona proposta, anche l'idea del part-time mi alletta (avere mezza giornata per continuare a farmi i cazzi miei non mi fa affatto schifo). Parlo con il team leader dell'attività, mi fa un po' di domande tecniche che bene o male riesco a sfangare. Luce verde.

Ci rivediamo qualche giorno dopo per parlare con il responsabile amministrativo del progetto e firmare il contratto. Come tutte le aziende informatiche rispettabili il contratto è un Co.Co.Pro. senza ferie o malattia, cinque giorni su sette + due sabati al mese recuperabili in settimana.
Previste due settimane di inserimento/prova.
Il Lunedì successivo mi presento di buon'ora pronto a cominciare quest'avventura.
Mi presentano ai vari colleghi di lavoro, mi danno una postazione, mi mettono in mano un paio di cuffie con microfono e mi dicono "Benvenuto all'Inferno".

L'Inferno dei Call Center di assistenza tecnica.

Prossimamente la seconda puntata.

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